lunedì 22 ottobre 2018

Governo del cambio manuale



Quante volte sui giornali, ai telegiornali, sui social, o con i soliti zanzeri al bar sentiamo dire la frase “ormai destra e sinistra non esistono più, è tutta la stessa marmaglia”? Spesso. E probabilmente, in un’accettazione pigra e qualunquista dell’opinione altrui, abbiamo annuito, senza soffermarci a riflettere su una frase che a causa della sua stessa banalità ci può sembrare innocua e tutto sommato insignificante. 
In realtà, questa frase è molto potente e racchiude un po’ il succo e la tragedia della politica italiana attuale, ma probabilmente non viene afferrata nelle sue sfaccettature più profonde neanche da coloro che la pronunciano.
Senza alcuna pretesa di esaustività né di rigore metodologico, e ponendosi il preciso obiettivo di semplificare al massimo, al limite della banalizzazione, possiamo immaginare destra e sinistra come due elementi entrambi essenziali in un sistema politico. Se la democrazia fosse un’automobile, la sinistra sarebbe interpretabile come l’acceleratore e la destra sarebbe il freno. In certi casi perversi la sinistra accelera al punto di diventare pericolosa, e in altri la destra è talmente frenante da trasformarsi in retromarcia; ma in una democrazia funzionante, entrambe le compagini politiche sono essenziali affinché il paese vada avanti, possibilmente senza andare a sbattere da nessuna parte. Questo principio, con le dovute eccezioni, è stato più o meno rispettato durante i primi 45 anni della storia della Repubblica. Ci sono stati ovviamente parecchi guasti, alcuni sbagli di direzione, qualche frenata un po’ brusca, parecchi incidenti, ma tutto sommato con la vecchia automobile si procedeva, finché non si è guastata irrimediabilmente all’inizio degli anni ’90. Quando l’abbiamo cambiata con una nuova di zecca, ne abbiamo scelta una con un freno del tutto imprevedibile, che ha corrotto il significato della parola freno (leggi: destra) e le ha dato un volto risibile; e un acceleratore che, dovendo fare in parte anche il compito del freno, è risultato privo di mordente. Il risultato? La macchina, con un acceleratore che doveva agire anche da freno e un freno che faceva un po’ come gli pareva, si è guastata dopo neanche la metà del tempo della prima. 
Ora abbiamo la nostra terza macchina. Per la prima volta, non abbiamo una macchina col cambio automatico. Siamo passati a una con il cambio manuale (chissà se è per questo che si chiama governo del cambiamento), e abbiamo un terzo pedale. Ma, decisamente, non siamo abituati a guidarla. Il freno ce lo siamo praticamente dimenticato (del resto, sono trent’anni che non lo usiamo, o lo usiamo a caso) e schiacciamo solo perennemente sulla frizione, incuranti del fumo nero che fuoriesce dal motore. E per di più, forse abbagliati dalla novità di questo terzo pedale, anche quando proviamo ad accelerare a tavoletta, quando lo facciamo premiamo contemporaneamente al massimo sulla frizione, ghignando soddisfatti mentre il rumore fa un inutile chiasso, senza andare da nessuna parte. 
Ecco quindi perché siamo confusi, ecco quindi perché “destra e sinistra non esistono più”. In realtà esisterebbero ancora, e sarebbero entrambe fondamentali; solo, non sappiamo più usarle. 




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