giovedì 2 agosto 2018

Mitigarmi gli immigrati.

Pur senza avere nessuna preparazione sull’argomento, non ci vuole un genio per capire che c’è qualcosa che non va in questo momento nel dibattito politico. La discussione è monopolizzata dall’immigrazione, ormai davvero non si parla d’altro. Sembra che ormai i problemi dell’Italia nascano, crescano e finiscano con l’immigrazione. Qualsiasi campo della cultura, della politica, della società, qualsiasi argomento, anche i più innocui e futili, dallo sport alla cucina, vengono in qualche modo ricondotti al Dittatore Supremo degli Argomenti. Ovviamente l’effetto è che il fenomeno viene ingigantito a livelli impressionanti, acquisendo tinte fosche e spaventose che non gli competono minimamente. Attenzione, non voglio assolutamente sminuire il dramma umano di questi poveri cristi, che nessun, e si badi ben, nessun italiano che non abbia passato un periodo della sua vita nel Terzo Mondo può anche lontanamente immaginare. Il mio obiettivo è solo quello di RIDIMENSIONARE il fenomeno, cercando di dare comparazioni con altri problemi italiani ben più gravi che però sembrano essere spariti dall’agenda politica. In particolare, mi concentrerò su due asserzioni piuttosto comuni, la prima delle quali ridicolmente falsa, la seconda vera (in parte) ma clamorosamente ingigantita: il fatto che esista un “problema di sicurezza” legato agli immigrati; e gli “enormi“ costi dell’immigrazione per le tasche dei cittadini italiani. 
Partiamo dal primo. La tesi, piuttosto frequente tra i circoli leghisti, è che da quando esiste un’immigrazione di massa i furti, gli stupri, gli omicidi sono drammaticamente aumentati. Lo dicono tutti, dall’Alvise tabaccaio di Perarolo di Cadore al Ministro degli Affari Interni della Repubblica Italiana. Ovviamente questa è una panzana talmente evidente che io davvero non capisco come faccia un individuo normodotato a crederci. Basta fare una breve ricerca su Google, per verificare quanto sia falsa questa affermazione. I reati in Italia, tutti i reati, sono diminuiti ogni anno dal 1991; cioè, sono ventisette anni che ogni anno che passa vede meno reati dell’anno precedente. L’unica eccezione è rappresentata dalle rapine in casa (ma non dei furti in generale), che recentemente sono ricominciate a crescere: ma questa è ovviamente colpa della crisi, non dell’immigrazione. Per capire meglio quanto sia enormemente svincolata l’immigrazione dal numero di reati, basta pensare che nel ’91 gli stranieri (extracomunitari e non, rifugiati e non) erano circa 625.000. Oggi, sono oltre cinque milioni. Se fosse vera la logica leghista, i reati oggi sarebbero più di otto volte superiori al 1991, mentre ad esempio gli omicidi sono calati da 1.916 nel 1991 a 343 nel 2017: sono quasi sei volte di meno. La nostra “percezione di insicurezza” deriva ESCLUSIVAMENTE dalle fake news e/o dalla estremizzazione di pochi isolati incidenti che acquisiscono una risonanza straordinaria e del tutto ingiustificata. Oppure, naturalmente, dal fatto che in fondo al cuore siamo un po’ razzisti, anche se non vogliamo ammetterlo.
Passiamo al secondo punto: il nostro beneamato ministro degli Interni sostiene che l’immigrazione costi circa 5 miliardi di euro all’anno. È vero. Ma è vero anche quello che dice Saviano, cioè che questi soldi sono svincolati dal bilancio, quindi non è necessario che siano coperti dalla tassazione ma possiamo considerarli come “debiti (che già avevamo) portati a nuovo”. In altre parole, è come se i nostri creditori ci “facessero il favore” di darci un po’ di margine sul recupero crediti, purché quel margine lo utilizziamo per contrastare “l’invasione”. Ma lasciamo questo punto da parte, che sarebbe comunque contestabile. Ammettiamo che Salvini abbia ragione, e che il problema immigrazione costi ai contribuenti italiani 5 miliardi di euro l’anno. La mafia costa circa 150 miliardi l’anno. L’evasione fiscale, circa 120 miliardi l’anno. La corruzione, circa 60 [dati 2010; ora le cose sono un po’ migliorate, ma non riesco a trovare i dati]. Il debito pubblico italiano, ad aprile, è arrivato a poco meno di 2312 miliardi di euro; se risparmiassimo i cinque miliardi di euro dell’immigrazione, riusciremmo ad annullarlo in 462 anni, se risparmiassimo i 120 dell’evasione lo annulleremmo in 19; e, beninteso, il debito pubblico ci costa 80 miliardi di euro l’anno.
Ci si aspetterebbe che un ministro degli Interni che abbia ben chiare quali sono le vere emergenze italiane, tenga 30 comizi contro la mafia ogni comizio contro l’immigrazione, essendo evidentemente un problema trenta volte più grosso. Ci si aspetta che gli evasori fiscali, che feriscono il nostro Paese ventiquattro volte più di quanto lo feriscano questi poveri ragazzi venuti da lontano stiano MUTI di fronte al problema, ben sapendo di non avere nessuna autorità morale per pronunciarsi.
E invece no.
Mi si accuserà probabilmente di essere un “buonista”. Forse lo sarò pure, va bene, non è un insulto. Ma trovo assurdo che un ministro delle Repubblica abbia un così scarso senso delle priorità. Sono le mafie che uccidono, non gli immigrati. Sono gli evasori che ci costano cari, non gli immigrati. C’è un problema che ci costa 150 miliardi, un altro che ce ne costa 5; dov’è la vera emergenza? O è da buonisti chiederlo? 
Fonti: Ministero dell’Interno
ISTAT
Wikipedia
CGIL
Il sole 24 ore

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